Lasciar andare:

Una pratica di fluidità e presenza

Lasciar andare è un atto di fiducia. Un movimento interno che accoglie, accompagna, rende possibile il cambiamento. È disponibilità a riconoscere ciò che ha compiuto il proprio ciclo, per restituirlo al flusso della vita.

Spesso si manifesta in silenzio, in un gesto appena accennato, in un respiro più ampio, in una scelta che prende una nuova direzione. Ed è proprio in quei piccoli atti quotidiani che si apre la possibilità più grande: liberare spazio per ciò che davvero nutre.

Corpo e mente attraversano insieme ogni transizione. Le ricerche in ambito psicofisiologico e neuro-emotivo mostrano come le emozioni trattenute si imprimano nella postura, nel tono muscolare, nella qualità del respiro. Quando le parole non riescono a tradurre il vissuto, il corpo offre la sua voce. E l’arte — con la sua capacità di contenere e trasformare — diventa un ponte tra il sentire e il comprendere.

Attraverso il movimento, il respiro, la scrittura e l’ascolto del corpo, diventa possibile incontrare ciò che è rimasto sospeso, dargli uno spazio e permettere che trovi la sua via. Il gesto del lasciare andare inizia lì: nel momento in cui ciò che è dentro prende forma, si esprime, si muove.

Nel percorso Poeticamente Corporeo, questo gesto si fa rituale: ascoltare, attraversare, trasformare. Un tempo sospeso in cui ciò che si trattiene trova uno spazio autentico per scorrere, con delicatezza e verità.

Lettera a chi sente il bisogno di lasciare andare

A te, che porti emozioni ancora senza nome. A te, che custodisci parole, lacrime, gesti — quando ogni cosa ha bisogno di un tempo più lungo per mostrarsi.

Hai tutto il diritto di ascoltare ciò che abita dentro. Di riconoscere ciò che appartiene davvero al tuo sentire, e ciò che ha trovato rifugio per amore, per cura, per protezione.

Ogni esperienza può trovare la sua via: alcune chiedono attenzione, altre solo uno sguardo, altre ancora desiderano essere affidate al fluire.

Trattenere è una forma di attesa, ma anche di sospensione. E ogni passo verso il movimento — anche piccolo — apre nuove possibilità. Un respiro pieno, un gesto libero, uno sguardo che accoglie.

Tutto ciò che affiora — anche se fragile — ha valore. Tutto ciò che si libera — anche in punta di piedi — genera vita.

Comincia da lì: dal corpo, dal sentire, da ciò che pulsa. E lascia che quel flusso trovi la sua strada. Come un’onda che sa sempre dove andare.

Con ascolto, per lasciare spazio a ciò che verrà.

Questo è il tema che attraverserà il prossimo incontro del ciclo Poeticamente Corporeo: “Onde – Lasciar scorrere ciò che trattieni”, il 22 novembre a Roma. Un tempo per te, per il tuo corpo, per ciò che ha bisogno di prendere forma… e poi fluire via.

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